Verceia ha svelato al pubblico una preziosa testimonianza risalente alla Prima Guerra Mondiale. La galleria di mina
Mentre percorriamo in silenzio lo stretto cunicolo che si sviluppa per 200 metri dentro il cuore della montagna, ci accompagna soltanto il rumore dei nostri passi. Lo stesso suono cadenzato che più di 90 anni fa probabilmente riecheggiava al passaggio dei militari preposti alla manutenzione di questo così carico di fascino. Durante la vista al vasto labirinto sotterraneo realizzato tra il 1916 e il 1917 a Verceia dai militari italiani, si viene pervasi da una sensazione controversa. In caso di invasione da nord, durante la Prima Guerra Mondiale, la “galleria di mina” - così era chiamata questa opera – doveva servire a
tagliare i collegamenti stradali e ferroviari della Valchiavenna, attraverso lo scoppio controllato di enormi quantità di esplosivo posizionate nei profondi pozzi allagati posti in vari punti del tunnel. Insieme a quelle di Brienno e Menaggio, sul Lago di Como, la galleria di mina di Verceia – la meglio conservata - costituiva una difesa estrema per l’Italia.
A fine ottobre, questa preziosa testimonianza storica è stata ufficialmente presentata al pubblico, al termine di un vasto intervento di recupero finanziato da Comunità montana della Valchiavenna, Ersaf e fondi Interreg. L’ingresso ai cunicoli è situato in un luogo suggestivo, affacciato sul Lago di Mezzola, di fronte all’oasi naturale del Pian di Spagna, lungo la pista ciclopedonale che collega la Valchiavenna alla Valtellina e all’Alto Lario, tra il tunnel stradale e ferroviario. Li vicino parte anche la Strada dei Cavalli, il percorso pedonale riaperto pochi anni fa, un tempo unica via di collegamento percorribile dai viandanti diretti
e provenienti dai passi alpini dello Spluga, Maloja e Settimo. La visita al tunnel permette di conoscere da vicino come quest’opera fosse stata progettata al solo scopo di garantire il proprio effetto distruttivo. Nel cunicolo principale si diramano quattro diramazioni e 18 derivazioni. Al loro interno si possono ancora vedere i sedici pozzi di mina, il pozzo di prelievo, sei camere, quattro cisterne e tre condotti di aerazione. Seppure fosse stata pensata per la sua distruzione, la “galleria di Mina” di Verceia colpisce per la cura con la quale è stata realizzata, per lo sviluppo ordinato e preciso dei suoi passaggi così ben conservati.
Un tempo questo luogo era protetto dal segreto militare. Oggi la galleria è diventata una risorsa culturale e turistica aperta al pubblico, visitabile in qualunque momento dell’anno con tour prenotabili. Nella cerimonia di inaugurazione il sindaco di Verceia, Luca Della Bitta, ha espresso il proprio auspicio affinché la “Galleria di Mina” - un tempo progettata per dividere – oggi possa diventare un luogo di unione e di confronto sul quale riflettere.
A cura di ALBERTO MARTINELLI
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