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Mulino Moro di Bottonera

Il Mulino di Bottonera, fondato nel 1867, sorge nel vecchio quartiere artigianale di Chiavenna: una zona che è stata caratterizzata dalle attività che utilizzavano l´acqua del fiume Mera attraverso una serie di canali.

Sorgevano mulini, una cartiera, un maglio, due fabbriche di ovatta, diversi birrifici ed il pastificio. Strutturato su tre piani ed organizzato secondo un complesso gioco di pulegge, nastri e macine proseguiva la sua attività ininterrottamente giorno e notte. Il lavoro era coordinato da un capo mugnaio che, con una squadra di operai, controllava il buon funzionamento delle macchine e il caricamento nei sacchi dei prodotti della lavorazione: farina, crusca, farinette. L´edificio cessò l´attività negli anni Sessanta. Grazie all´impegno dei volontari, che con circa nove mila ore di lavoro gratuito hanno recuperato in modo perfetto questa importante risorsa, è oggi possibile visitare il Museo strutturato su tre piani ed organizzato secondo un complesso gioco di pulegge, nastri e macine.

Bottonera, il quartiere artigianale
Il mulino dell´ex Pastificio Moro sorge in Bottonera, il vecchio quartiere artigiano di Chiavenna, edificato nell´800 nella parte alta della città, tra il fiume Mera e piazza Castello.
La Bottonera è stata caratterizzata dalle attività che utilizzavano l´acqua del fiume Mera attraverso una rete di canali destinati a fornire la forza motrice alle attività produttive come mulini, una cartiera, un maglio, due fabbriche di ovatta, diversi birrifici ed il pastificio. I canali ebbero la loro importanza sino alla fine degli anni 40 quando furono soppiantati dall´energia idroelettrica. Oggi la Bottonera, per quanto modificata, non ha perso le testimonianze della precedente "vocazione". Percorrendo i vicoli del quartiere sono leggibili alcuni aspetti tipologici anche se le recenti ristrutturazioni hanno riconvertito gli edifici in sede di enti pubblici come la Comunità Montana, il centro scolastico per le scuole superiori, la Biblioteca centrale ed il Museo di valle.

Una storia di farina e di pasta
Fu Carlo Moro a dare vita al pastificio. La fondazione risale al 1867, anche se già nel 1851, è segnalata dalla Camera di Commercio di Chiavenna la presenza di una "fabbrica di pasta non dolce" che, nel 1890, viene denominata "molino da grano e fabbrica di pasta".
A questa data si fa risalire l´installazione delle 4 macine delle Officine meccaniche italiane di Monza, mentre nel 1930 fu dato l´incarico alle Officine reggiane di realizzare una nuova struttura portando a sei le macine, introducendo un sistema di elevatori e la setacciatura dello sfarinato.
Un complesso giunto pressoché intatto fino a noi.
L´attività del mulino proseguiva ininterrottamente giorno e notte ed il lavoro, distribuito su tre turni, era coordinato da un capo mugnaio che, con una squadra di operai, attendeva al buon funzionamento delle macchine ed al caricamento nei sacchi dei prodotti della lavorazione: farina, crusca, farinette e mezzi grani ecc.
Il mulino ed il pastificio furono una presenza importante nella vita economica della Valchiavenna perché, dato il consistente apporto di manodopera, garantiva prospettive d´impiego e sicurezza per le famiglie. Oggi la quinta generazione della famiglia Moro continua a Tanno l´attività iniziata da Carlo.

Un mulino salvato
La conservazione del Mulino dell´ex Pastificio Moro si deve ad alcune circostanze che meritano di essere menzionate. La decisione della famiglia Moro di vendere in blocco il pastificio ed il mulino ancora in piena efficienza.
La volontà dell´Amministrazione provinciale di rinunciare ad alcune aule di un edificio scolastico, pur di conservare un gioiello di archeologia industriale. La volontà della Comunità montana della Valchiavenna di assumere, in convenzione con l´Amministrazione provinciale, l´impegno di destinare l´ex mulino a Sezione museale di archeologia industriale mettendo a disposizione risorse e tecnici per salvare uno spaccato di storia valchiavennasca.
La volontà e l´impegno dell´Organizzazione volontari Valchiavenna anziani ed amici che, in oltre 8500 ore di lavoro gratuito, hanno provveduto, tra le altre cose, a:
· pulire l´interno dell´immobile, imbiancando e trattando con antimuffa tutte le pareti;
· sistemare gli infissi di 48 finestre e due porte finestre degradate;
· lavare con soda caustica 350 metri quadri di pavimenti e le scale in legno d´accesso ai piani superiori ed a pulire e trattare con materiali protettivi 300 metri quadri di soffitti (travi comprese);
· pulire decine di metri di condotti in legno contenenti quintali di residui farinacei, oltre che a sistemare e ripulire tutte le cinghie di trasmissione in cuoio;
· smontare, pulire, disinfestare, proteggere e rimontare 6 frantoi, 2 macchine setacciatrici, 180 filtri, 7 macchine a telaini filtranti.

Caratteristiche architettoniche
Il mulino si sviluppa su tre piani più un seminterrato. Una struttura simmetrica, che ospita un ampio vano, è destinata alla sala macchine, mentre un vano laterale più piccolo serviva per le operazioni di pulitura e lavaggio dei cereali.

Il seminterrato ospitava la turbina e vi erano collocate alcune macchine per la pulitura. Al primo piano (piano rialzato) sono collocati i laminatoi, mentre al secondo ed al terzo sono i "plansister" e le semolatrici, oltre a vari macchinari per il recupero dei prodotti secondari della lavorazione e per l´insaccaggio. L´aspetto più interessante è costituito dal pregevole lavoro di carpenteria del legno con il quale sono costruite la mescola della farina, le tramogge e l´intero impianto di condutture che consentono, mediante elevatori, il movimento e la selezione dei prodotti semilavorati.

Fasi della lavorazione
Il diagramma di lavorazione prevedeva che il grano duro o tenero, per mezzo di una tramoggia, venisse depositato in un silos (oggi non più esistente) in attesa di iniziare la pulitura e la macinazione.

PULITURA
La pulitura si articola in due operazioni distinte.
Pulitura a secco: mediante l´uso di aspiratori e di rulli "svecciatoi" veniva aspirata la polvere e separata la paglia, le impurità, i semi di altri cereali presenti ed i chicchi spezzati utilizzati nell´alimentazione zootecnica.
Pulitura umida: attraverso la lavatura con acqua, oltre ad inumidire il chicco, si eliminavano i sassolini ed i semi delle erbe infestanti che, non galleggiando, precipitavano nella vasca di pulitura.
Il grano pulito veniva stivato, attraverso nastri trasportatori a tazze, nei cassoni "d´attesa" dove veniva mantenuto umido per 7-8 ore prima della macinazione.

MACINAZIONE
Il grano, dai cassoni "d´attesa", passava ad una bilancia meccanica che determinava la quantità ottimale (circa 10 chilogrammi) da sottoporre alla macinazione.
Effettuata la prima "frantumazione", per mezzo di elevatori a nastro, il macinato veniva sollevato al terzo piano ed immesso in due macchine a "buratto piano oscillante" per la prima setacciatura, effettuata la quale, sempre tramite trasportatori, passava al piano sottostante per la seconda setacciatura. Quindi la granella era convogliata nella successiva fresatrice, ripetendo il ciclo fino a 12 volte finché il chicco, spogliato dalle sue parti, si trasformava in morbida farina.
Con un impianto ad aspirazione ed attraverso appositi filtri avveniva il recupero del pulviscolo della setacciatura ottenendo un ulteriore sottoprodotto per uso zootecnico.
Il mulino era in grado di macinare 5-6 quintali/ora.

PRODOTTI DELLA LAVORAZIONE
· Farina per la panificazione.
· Semola di grano duro per la pastificazione.
· Farinaccio.
· Tritello.
· Crusca e cruschello.

RESA
La resa media per quintale di grano era del 75% di farina da destinare all´alimentazione e del 25% in sottoprodotti ad uso zootecnico.
Durante la guerra mondiale la percentuale di farine da destinare alla produzione alimentare si aggirò intorno al 92%, il che significò la commercializzazione di prodotti grossolani, ma necessari, per affrontare il periodo d´emergenza.

La Repubblica: Sondrio, amarcord dei 145 anni di storia del pastificio
Il Pastificio Moro ed il Mulino di Bottonera in Lombradia
Photogallery presente sul sito: La Repubblica Milano


Il Museo è momentaneamente chiuso


PREZZI

Ingresso Intero: € 3,00
Ingresso Ridotto: € 1,50 (Studenti, Gruppi con min. 15 persone, Ultrasessantenni)


Proposta di gita a Chiavenna

 



Contatti utili

Per informazioni: 
Consorzio Turistico Valchiavenna
T: +39 0343 37485
consorzioturistico@valchiavenna.com

Comunità Montana della Valchiavenna

T: +39 0343 33795
cmvvalchiavenna@provincia.so.it
www.cmvalchiavenna.gov.it



  

 




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