Alla scoperta di una delle "gemme" della città, spesso sottovalutata.
A cura di Raymond Ball - Foto di Francesco Triaca
Potreste essere sorpresi di quante persone si prendano il tempo di visitare i cimiteri quando sono in vacanza o in viaggio. Naturalmente il famoso Cimetière du Père Lachaise di Parigi fa spesso parte dell´itinerario dei visitatori, "casa" di personaggi come Amedeo Modigliani, Oscar Wilde, Edith Piaf, Maria Callas e Jim Morrison, solo per citarne alcuni. Il cimitero acattolico (o cimitero non cattolico) di Roma è stato un altro "must" per il vostro corrispondente, per vedere le tombe dei poeti romantici inglesi Percy Shelley e John Keats.
Ma più vicino a noi, in Valchiavenna, un esempio notevole di sepoltura suggestiva si trova nel cuore del paese, vicino alla chiesa collegiata di San Lorenzo, dedicata al santo già nel 973. Merita di essere segnalato tra i tanti "luoghi speciali da visitare" della città. Forse non ci sono figure così illustri come nell´equivalente parigino, ma molti lasciano un´impressione duratura. Un´amica che ho portato lì decenni fa mi chiede ancora di salutare il suo "giovane soldato" adottato, caduto nella Grande Guerra.
A parte l´architettura sorprendente - vaste cripte di famiglia, volte e mausolei - l´ultima dimora dei valligiani - e non solo - è un luogo di calma, pace, contemplazione e non poca bellezza. Ai piedi delle Alpi e con l´appropriato sfondo del Parco Botanico Paradiso, offre un momento di riflessione.
Secoli fa i ricchi chiavennaschi e il clero venivano inumati all´interno del "porticato", conosciuto localmente come "I Monùmént", l´area claustrale proprio di fronte alla chiesa di San Lorenzo, e l´attuale cimitero iniziò a prendere forma solo a partire dal 1827 e vide uno sviluppo graduale fino alla fine del secolo.
Oggi si tratta di una vasta gamma di stili architettonici - alcuni forse non graditi a tutti - ma comunque di grande effetto, che rappresentano quasi un documentario della storia dell´arte mondiale, con stili molto diversi tra loro: dall´antico egizio della famiglia Monti, all´arte mesopotamica della famiglia Ogna, dal greco dei Dolzino, al romanico dei Pestalozzi e dei Sironi, fino al gotico dei Ritter-Mùller.
Ma tra le tombe più modeste ne spiccava un´altra. Tutt´altro che locale. E - scusate - anche perché è l´unica del cimitero con un epitaffio scritto in inglese - qui in traduzione, "In Cara Memoria di rev. John M.E. ROSS, ministro anglicano e direttore del "British Weekly", nato a Rothesay (Scozia) il 20 ottobre 1870, morto a Chiavenna il 3 agosto 1925". Il reverendo giornalista, un uomo molto viaggiato in vita, aveva lasciato la sua base di Londra per trascorrere 3 settimane al Palace Hotel di Maloja, molto popolare tra gli inglesi in quel periodo.
Il reverendo aveva una storia di problemi polmonari e gli era stata consigliata l´altitudine. Ma dopo pochi giorni si ammalò e il medico curante Lemon gli consigliò di scendere a Chiavenna dove occupò una stanza all´Hotel Conradi. Purtroppo non si riprese. Henry Lunn, un compagno ospite del Palace, scriverà in seguito in un testamento sul British Weekly: "Chiavenna è una piccola città italiana, situata ai piedi delle montagne, il cimitero è isolato in un anfiteatro con notevoli pareti rocciose alte 200 -300 piedi. È il cimitero più bello che abbia mai visto in vita mia. L´ingresso è attraverso quella che i cittadini hanno giustamente chiamato "la valle della rimembranza", un viale di cipressi cresciuti fino a una bella altezza, con uno piantato per ogni giovane chiavennasco caduto nella Grande Guerra".
Ben detto! E questo ci riporta perfettamente al "giovane soldato" adottato dalla mia amica. E, a titolo personale, anch´io ho molti, molti vecchi amici all´interno. Raccomando vivamente di trascorrere un´ora o due di riflessione all´interno di questo suggestivo parco, potreste semplicemente uscirne ispirati.