Dopo la chiusura dello stabilimento a Piuro nel 2014, Acqua Frisia si prepara a tornare sulla tavola con molte novità e uno slancio “brillantemente italiano”. Brisaola, biscotti di Prosto, pizzoccheri e - finalmente - anche l’acqua minerale.
Quando si pensa ai prodotti che rappresentano meglio l’orgoglio del territorio valchiavennasco, l’acqua Frisia, prodotta a Santa Croce di Piuro, occupa un posto speciale. La bottiglia era scomparsa nel 2014, quando lo stabilimento aveva interrotto la produzione, rischiando di far perdere per sempre un patrimonio economico e di visibilità per il territorio.
Ritorno 2.020
A novembre 2018 un investitore italiano, con un team di amici, ha rilevato la società dalla precedente compagine francese per riportare la società interamente in Italia, sia come asset che come compagnia. Conclusi i lavori di ammodernamento degli impianti, Acqua Frisia si prepara ora a debuttare sul mercato già a partire dai primi mesi del 2020, con un progetto giovane, innovativo e sostenibile. L’obiettivo è riportare sul mercato un autentico prodotto del Made in Italy, tornando a servire la sua affezionata clientela e proponendosi ai nuovi clienti in maniera brillante ed innovativa, mirando ad un mercato che guarda al futuro!
Il piano di distribuzione prevede in una prima fase la copertura del mercato locale (Valchiavenna e Valtellina), dove l’azienda attiverà anche il servizio di consegna a domicilio. Seguirà a stretto giro il debutto in Lombardia e a Milano, anche qui con la formula delivery, e via via l’espansione a livello nazionale e internazionale. Inoltre, la storica consegna a domicilio verrà anche rivista e proposta in chiave moderna attraverso uno shop on line dedicato, che consentirà a tutti di acquistare, con un semplice click, comodamente da casa Acqua Frisia.
Acqua di qualità
Frisia - insieme a Bernina, che sarà messa in vendita in un secondo momento, prodotta dalle due sorgenti della Valle Aurosina - è un´acqua di grandissima qualità. Entrambe leggerissime, con un bassissimo residuo fisso, si posizionano sul mercato come “acqua premium”, tra le acqua in bottiglia di fascia medio/alta. Oltre alla consegna a casa, si potranno acquistare con modalità e-commerce tramite lo shop on line dedicato, nei negozi di paese e nei punti vendita delle catene distributive locali. Esclusa per il momento la grande distribuzione organizzata.
Scelta sostenibile
Frisia riparte alla grande, quindi, e lo fa in chiave sostenibile, pensando all’ambiente e scegliendo il vetro al posto della plastica. Una mossa responsabile. Secondo i dati diffusi dall’American Pacific Institute per la produzione di ogni bottiglia in plastica da un litro, ne sono necessari altri due supplementari, oltre a un quarto di litro di petrolio. Niente plastica, quindi, anche per un problema di dispersione: nell’Unione Europea i dati del riciclo delle bottiglie di plastica si attestano intorno al 55% (e sono tra i migliori al
mondo). A Piuro si imbottiglia l´acqua in bottiglie di vetro a perdere, vale a dire che le bottiglie che si troveranno sulle tavole o nei ristoranti vengono utilizzate una sola volta, al contrario del vuoto a rendere. L’utilizzo solo di vetro a perdere, evita di lavare le bottiglie, come normalmente accade, con soda caustica e acqua bollente. L’eliminazione del lavaggio delle bottiglie riduce anche l’utilizzo di energia e di risorse. Le bottiglie vengono riempite con la pura acqua che le fonti forniscono all´impianto aziendale.
Impegno e spinta alla modalità volontaria del reso, per assicurare un riciclaggio sostenibile. Verrà proposta inoltre, la fornitura di acqua anche nei cartoni, sempre spingendo la scelta sostenibile. Sicuramente sarà il mezzo scelto per le consegne on line e per l’internazionale. Ma negli anni l´azienda conta che possano sostituire, il prima possibile, cestelli e casse in plastica.
Consumatori affezionati
Indovinate chi beve più acqua minerale in Europa? Gli italiani. Per l’Associazione Europea dei
Produttori, nel 2017 gli italiani hanno consumato 188 litri procapite, seguiti da Germania (175),
Belgio (130), Spagna (126) e Francia (125). A livello mondiale, siamo al terzo posto dopo
Messico e Thailandia. Una sete, quella nazionale, che in Italia può contare su 322 sorgenti utilizzate per l’imbottigliamento. Solo la Germania ne ha di più (821). Questa dotazione a livello mondiale deve soddisfare una richiesta che nel 2017 è stata di 473,3 miliardi di acqua in bottiglia, per un fatturato complessivo di 238 miliardi di dollari (circa il PIL del Portogallo). Nel 2018 in Italia sono stati prodotti 14,8 miliardi di litri in bottiglia. Tanto? Di certo molto più che in passato: basti pensare che questa cifra è cinque volte superiore a quella prodotta nel 1970.
Visione “g-local”
Ed è in questo scenario che si inserisce il ritorno in chiave “g-local” di Acqua Frisia, orientato prima ad investire sul “locale” per puntare poi verso il “globale”. “Sentiamo molto la responsabilità che ha il ritorno di Acqua Frisia nel tessuto sociale ed economico della vallata. Per questo guardiamo con attenzione al territorio in cui operiamo - ha spiegato Peter Farrell, 44 anni, avvocato, sposato e papà di tre figli, alla guida dello stabilimento di Santa Croce -. Scegliamo fornitori del posto per creare una filiera che sia la più corta possibile. Nel nostro modello puntiamo a conquistare un ruolo importante nel posizionamento delle acque consegnate porta a porta, specialmente nei grandi centri come Milano, dove contiamo di arrivare il prima possibile”. Quando chiediamo a Farrell cosa renda vincente questa avventura, risponde senza esitare: “Il nostro progetto nasce da una proprietà molto solida, con una visione a lungo termine che intende affiancare il prodotto acqua anche ad altre bevande, in linea con le nuove esigenze di mercato”.
Una sfida appassionante, nella quale anche i consumatori - che attendono finalmente di poter stappare le prime bottiglie e festeggiare il ritorno di Acqua Frisia - sono chiamati a sostenere una realtà produttiva preziosa per il territorio, emblema delle sue stesse peculiarità.
Acqua Frisia alle origini
Una storia di fonti, quella della Valchiavenna, lunga quasi due secoli. A metà dell’800 lo stabilimento di Santa Croce di Piuro era un birrificio apprezzato per la sua birra a bassa fermentazione. Di acqua minerale se ne comincia a parlare intorno al 1958 con la presentazione della prima bottiglia Frisia nel 1960, un marchio che diventerà un’icona non solo locale, ma del Made in Italy. Nel 1971 nasce l’acqua minimamente mineralizzata Bernina, in produzione dal 1973. Nel 1977 la linea di produzione si arricchisce con le bibite Frisia e Bernina. Nel 1980 il servizio di distribuzione porta a porta a Milano funzionava già a pieno regime. Nel 2012 Frisia S.p.A. entra in una crisi che si conclude nel 2014 con la chiusura dello stabilimento. Nel 2018 la riapertura dello stabilimento con un progetto moderno e sostenibile.