L´Alto Lario in barca a vela.
testo a cura di ELEONORA CORTI
foto di GIACOMO GANDOLA
“Eleonora, sei pronta per la virata?”. Mi posiziono a cavalcioni sulla scassa di deriva al centro dello scafo mantenendo il busto parallelo alla superficie dell’acqua e con la testa ben abbassata rispondo: “Sono pronta!”. “Perfetto! 3, 2, 1: viriamo”.
Francesco permette al boma di ruotare sopra la mia schiena: cambio lato velocemente, libero una scotta del fiocco e tendo quella opposta. Procediamo con la navigazione e mentre lui manovra lo stick del timone io mi guardo attorno: che bello ammirare il panorama lacustre proprio dal lago. Cambiare punto di vista a volte è necessario per godere appieno delle potenzialità di ciò che si ha di fronte. Si sa che questi paesaggi straordinari riservano sempre degli scorci meravigliosi, ma devo ammettere che dal lago assumono tutt’altro aspetto: complice il meteo ballerino, il Lario quel giorno pareva immerso in un’atmosfera incantata.
Mentre ci godiamo la calma del golfo gravedonese un po’ di brezza si alza, è giunto il momento per appendermi al trapezio, la parte più coinvolgente dell’esperienza. Inserisco il gancio dell’imbracatura al supporto, Francesco mi dà il via, quindi mi affido al sostegno della sartia. Posiziono i piedi sul bordo non scivoloso della barca, tengo la gamba verso prua ben tesa mentre l’altra rimane piegata, perché il trucco per non perdere l’equilibrio è quello di mantenere sempre il peso verso poppa.
Divertentissimo! Io resto sospesa sull’acqua che scorre veloce sotto di me, ho il vento tra i capelli e il panorama è spettacolare in qualsiasi direzione io rivolga lo sguardo: che magica sensazione!
Era metà agosto quando ho solcato per la prima volta le acque blu del mio adorato lago sfruttando unicamente la natura, ovvero la forza del vento. Sono stata davvero fortunata perché, senza prevederlo, ho indovinato il giorno perfetto per navigare in tranquillità e poter godere delle bellezze delle sponde altolariane. Ma, lasciatemelo dire, che peccato non averlo mai fatto prima!
È proprio così, tante volte, per colpa dell’abitudinarietà del vivere sul lago non ci si ricorda di ciò che queste rive possono offrire. Proprio per questo, consiglio a tutti di sperimentare un’uscita in barca a vela, anche ai meno sportivi. Bisogna semplicemente prestare attenzione: condurre un natante non è un gioco da ragazzi, ma gli istruttori sono preparati e in grado di gestire qualsiasi situazione per farvi vivere l’escursione in sicurezza e per farvi divertire.
L’autunno degli ultimi due anni ci ha regalato delle solive e calde giornate sul lago, come se l’estate non volesse lasciare la presa sulle nostre sponde. Quindi, quale clima migliore se non quello mite dei mesi di settembre e ottobre per vivere un’esperienza sportiva non troppo impegnativa? Quando i pomeriggi offrono un cielo limpido e terso e la superficie del lago è stuzzicata lievemente da una breva1 non troppo intensa la navigazione risulterà perfetta.