testo a cura di AURORA MUIÀ GUIDI
“Alzare l’asticella”: concetto che nell’ambito sportivo rappresenta il percorso di crescita e la voglia di migliorare le proprie prestazioni sempre di più. Ed è proprio l’obiettivo che si prefissa Roberto Galli allacciando il caschetto prima di ogni uscita, che sia gara o solamente allenamento, da buon sportivo!
Non stiamo parlando del ciclismo tradizionale anche se i principi sono gli stessi ma di un vero e proprio “sport estremo”. Anche se Roberto ci racconta tutto come se fosse una “passeggiata”, pardon, “pedalata” tranquilla, di tutti i giorni! L’ultracycling - ci spiega l’atleta - è una specialità del ciclismo anche se non ancora stata ufficialmente riconosciuta dall´Unione Ciclistica Internazionale e consiste nel gareggiare su lunghe distanze, con bici sia da strada che mountain bike o handbike attraverso gare che possono avvenire su strade aperte oppure, quelle che prediligo, su circuiti chiusi.
Come quella vinta nel 2022 all´autodromo Vallelunga a Roma?
Esattamente! L’ho percorsa su un circuito chiuso di 4,4 km pedalando per 726 km in 24h no stop e chiudendo il tutto in 180 giri! L’anno scorso invece ho portato la vittoria a casa partecipando al campionato Italiano di Ultracycling che di prove ne prevedeva ben tre; una sempre a Roma mentre le rimanenti su circuiti aperti più ampi, di 30 e 40 km! La prossima in programma sarà a giugno 2024 a Feltre su circuito cittadino e ripeterò sempre in quelle ore, 1 km e 950 m. Sono per ora concentrato su questo tipo di competizioni, ma ne esistono anche da 600/800/1000 km e più, con dislivelli superiori anche a 10/15 mila metri, pedalando quindi oltre le ore citate prima. Sono gare ancora più estreme, i partecipanti sono pochi, ma sono voglioso di essere tra loro prossimamente!
E qui la domanda sorge spontanea: Cosa ti spinge ad andare così oltre?
Non credo di avere una risposta, perché non lo so nemmeno io. - Ci racconta sorridendo Roberto - Ho sempre avuto la passione per le lunghe distanze, anche se vent’anni fa, quando mi sono avvicinato a questa disciplina, competizioni così non esistevano.
Penso di essere semplicemente portato. Certo, non basta essere appassionati o curiosi per poter poi preparare gare di questo genere, serve sì una predisposizione e preparazione fisica ma soprattutto una grande concentrazione, parte tutto da lì!
Le tue parole fanno sembrare tutto così facile - I problemi o gli imprevisti, che possono essere meteorologici o tecnici ci sono sempre; dolori alle ginocchia e ai piedi, le temperature alte del giorno o quelle basse della notte… ma dove non arriva il fisico entra in gioco la testa ed è racchiuso proprio lì “l’andare oltre” di cui parlavi, l’asticella si alza esattamente in quel momento e si deve per forza trovare la giusta energia che canalizzata, ti permette di affrontare l’ostacolo. Questo supera di gran lunga il risultato finale, perché indipendentemente dalla classifica, tu lì hai già raggiunto il traguardo!
Non ti è mai capitato di arrivare ad un certo punto della gara e volerti fermare?
Mollare? Non l’ho nemmeno mai pensato! Ad ogni competizione ci sono ovviamente frequenti “sali e scendi”, e non solamente di altimetria ma soprattutto di stato d’animo. Qui ho il mio segreto; il costante supporto della famiglia, di mia moglie conosciuta tra le piste, e dei miei bambini! Siamo una grande squadra!
Parlando proprio di squadra…Leggevo che dal 2021 sei entrato a far parte del team Follettiverdi; si può dunque gareggiare anche in gruppo?
Ho iniziato da supporter e successivamente mi hanno accolto nella loro famiglia; siamo alla continua ricerca di sfide estreme da condividere insieme!
Si può partecipare alle competizioni anche in squadra certo, questo rientra però in una classifica a parte perché gli atleti del team possono darsi il cambio e gli altri competitors sfruttare la scia del gruppo! Si può gareggiare in Solitario, con l’auto di supporto o senza. La differenza sta che nel primo caso la crew all’interno della vettura assiste il ciclista dettando pause e ristorandolo, nel secondo è lo stesso atleta senza supporto che dovrà provvedere in autonomia a tutto quanto. Parliamo di Ultracycling vero e proprio quando sei solo con la tua bici, senza nessun tipo di aiuto.
Torniamo alle origini, alle prime pedalate tra le nostre montagne che ti hanno "tolto le rotelle”. Hai un percorso “testa” e uno "cuore" che proporresti per far provare a sentire quell’“oltre” ad altri colleghi?
Emotivamente parlando il primo itinerario che consiglierei lo facevo ancora quando non sapevo cosa fosse la bicicletta e non smetterò mai di farlo perché significa per me casa e ricordi. L’ho intrapreso per la primissima volta solamente con una brioches in tasca - ci svela ridendo Roberto.