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Piccola Grande Terra di artisti

Piccola Grande Terra di artisti
A cura di Bregaglia Engadin Turismo
Alla scoperta del grande patrimonio culturale e artistico della Bregaglia
 
Il Pizzo Badile, il Cengalo, il Gruppo Sciora. Cattedrali di granito che s’innalzano verso il cielo limpido della Bregaglia. Opere d’arte naturali che ornano una terra dalla natura rigogliosa e dal paesaggio mozzafiato. Ma non sono le uniche opere d’arte presenti in Val Bregaglia. Questa valle alpina ha dato i natali ad artisti di fama mondiale come Alberto Giacometti e la sua famiglia, e ha ospitato maestri come Segantini e Varlin. Questi e altri personaggi hanno lasciato qui le loro tracce: si possono ammirare i paesaggi che hanno riportato con tanta maestria sulle loro tele, contemplare le creazioni, vivere le emozioni che li hanno ispirati.
 
Forse non tutti sanno che il celebre artista Alberto Giacometti è nato in Bregaglia, a Borgonovo nel 1901. Il suo viso espressivo con un’aria un po’ sconcertata e melanconica è stampata sulle banconote da 100 franchi, assieme alle sue sculture filiformi in bronzo. Una di queste statue, «L´uomo che cammina», è stata venduta ad un asta di Sotheby´s per 65 milioni di sterline, circa 75 milioni di euro.
Alberto Giacometti da subito mostra il suo talento e la sua passione per l’arte, infatti, ancora bambino, nella casa dei genitori a Stampa inizia a modellare con l’argilla le teste dei suoi fratelli Diego e Bruno. Dal 1922 studia e lavora a Parigi, aiutato dal fratello Diego che gli fa d’assistente e da modello. È Diego che mette in salvo le opere di Alberto che mai soddisfatto vorrebbe distruggerle.

Il Maestro torna spesso in Bregaglia anche per ritrovare quel microcosmo umano che lo aveva permeato negli anni dell’infanzia. «Tornava a novembre – ricordano i vicini di casa – quando non c’è il sole, qui nel fondovalle. Forse per cercare le ombre, più che la luce delle montagne.» Esce raramente dal villaggio, a volte s’allontana per acquerellare degli scorci della sua amata terra, ma per lo più passa il suo tempo nell’atelier del padre a Stampa, dove disegna, ritrae la gente del posto, i suoi famigliari. La sera, seduto ad un tavolo del ristorante Piz Duan, chiacchiera con gli uomini del paese. Alberto è un bregagliotto e un artista geniale, modesto e gentile. Per tutta la sua vita Stampa rimase un punto di riferimento e quando giungeva il momento di ripartire per Parigi, rimandava la partenza.
 
Camminare in Val Bregaglia seguire le orme di «L’uomo che cammina», osservando i paesaggi variegati, le montagne imponenti, la gente dei piccoli borghi, aiuta a comprendere meglio l’opera di questo grande artista e sicuramente ci aiuta a scoprire l’uomo che si cela dietro al Maestro. Alcune creazioni di Alberto Giacometti sono esposte nel Museo Ciäsa Granda a Stampa, che si trova poco più in basso dell’atelier e della casa dove visse la famiglia Giacometti. Nel museo si possono ammirare anche le opere di suo padre Giovanni, noto pittore appartenente al cosiddetto «colorismo svizzero», dei suoi fratelli Diego (abile designer) e Bruno (architetto) e del suo lontano parente Augusto Giacometti, pioniere dell’arte astratta. Alberto muore nel 1966 e ora riposa nel cimitero di Borgonovo, accanto ai suoi amati famigliari. La tomba di famiglia si può visitare ogni giorno.
 
Nel 1894 il pittore divisionista Giovanni Segantini, nato ad Arco nel 1858, si trasferisce dal paese di Savognin per andare ancora più in alto, arrivando ai 1´817 metri d’altitudine di Maloja. È alla ricerca di una luce speciale, mistica. Il divisionismo infatti nasce dall´esigenza di rappresentare il vero e gli effetti della luce del sole, accostando i colori puri e applicandoli sulla tela a piccoli tratti, in modo filamentoso. E Segantini, la luce, la trova a Maloja, ma anche a Soglio dove passa gli inverni, e in Engadina. È in questi posti che crea i suoi capolavori fatti da trattini di colore che sono più vivi di una fotografia. Le sue opere hanno come tema principale la natura incontaminata, spettacolari panorami con scene tipicamente contadine. Segantini crea i suoi quadri ispirandosi ai paesaggi rupestri che lo circondano, dipinge le imponenti montagne della Bondasca, i pascoli alpini, le contadine al lavoro, e lavora incessantemente. Infine la ricerca di luce spinge l’artista a salire ai 2.700 metri dello Schafberg; per lavorare alla seconda tela del suo grande capolavoro, Il Trittico della Natura. Quando già ha cominciato a dipingere, un violento attacco di peritonite lo stronca, muore il 28 settembre 1899.
 
La presenza dell´artista a Maloja è ora ricordata dal «Sentiero Segantini» che parte dall’atelier dell’artista e attraverso quindici stazioni, ripercorre i luoghi dove sono state dipinte alcune delle sue opere più significative, come «La Morte» terza tela del Trittico. Il sentiero passa accanto alle suggestive cascate dell’Inno e arriva fino alla tomba di famiglia dell’artista, presso il piccolo cimitero di Maloja. Il «Sentiero Segantini» è una stupenda passeggiata di circa due ore da fare con calma godendosi il panorama, l’aria buona e la luce meravigliosa.
 
L’ atelier di Giovanni a Maloja è una riproduzione in legno e in scala ridotta, di quello che doveva essere il padiglione engadinese all’Esposizione Universale di Parigi del 1900: una costruzione rotonda del diametro di 70 metri progettata dall’artista stesso. Le pareti del padiglione avrebbero dovuto ospitare una gigantesca raffigurazione pittorica del paesaggio bregagliotto ed engadinese, lunga 220 metri. L’opera rimase però incompiuta, ma da essa nacque il Trittico della Natura. Tre quadri che sono la summa della vita artistica di Giovanni Segantini e che adesso si possono ammirare nel Museo Segantini a St. Moritz. L’ atelier del Maestro, situato accanto alla stradina che porta alla Torre Belvedere, è aperto al pubblico.
In Bregaglia hanno lasciato le loro tracce anche innumerevoli artisti e abili artigiani senza nome: sulle case signorili decorate da sgraffiti, negli intagli in legno e negli affreschi del Palazzo Castelmur a Coltura. Inoltre varie gallerie d’arte espongono opere degli artisti valligiani di oggi e di ieri. Inoltre la Valle attira anche molti artisti da fuori, come prova l’esposizione “Arte Albigna” dal 2 luglio al 30 settembre 2017. Un progetto nella regione dell’Albigna, che spazia tra i 1200 e i 2565 metri sopra il livello del mare. Uno spazio artistico a cielo aperto collocato tra la stazione della funivia a valle a Pranzaira salendo fino alla diga e continuando su per il sentiero fino a raggiungere i laghetti sopra la Capanna da l’Albigna.
 
Diversi artisti sono stati invitati a cimentarsi e a sfidare il mondo arcaico della Bregaglia con le sue innumerevoli particolarità storiche, paesaggistiche e socioculturali.
Per maggiori informazioni: www.arte-albigna.ch
E non si può dimenticare Varlin. Varlin (Willy Guggenheim, 1900-1977) si stabilisce a Bondo nel 1963, dopo aver sposato Franca Giovanoli, oriunda bregagliotta. Il trasferimento da Zurigo in Bregaglia imprime un nuovo corso alla sua vita e al suo lavoro, infatti risulta evidente che la sua permanenza in valle è caratterizzata da una vera e propria deflagrazione della sua tecnica pittorica Alcuni suoi dipinti, tra cui anche “Gente del mio villaggio” dedicato agli abitanti di Bondo, sono esposti al museo Ciäsa Granda.
 
Il 2017 festeggia il 40° anno commemorativo dalla morte di Varlin. Bondo ricorda l’artista compaesano con la proiezione di un filmato in sua memoria:” l’atelier di Varlin a Zurigo”. Proiezione: giovedì 13 aprile 2017 nella sala polivalente di Bondo. Inizio: ore 20.00. Entrata libera. Insomma la Bregaglia è una valle piccola ma ricca di arte e cultura che vale la pena visitare e non solo per la natura intatta e i paesaggi stupendi!


Contatti utili

Bregaglia Engadin Turismo
T: +41 81 8221555
info@bregaglia.ch
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