L’occhio attento del fotografo coglie elementi spettacolari nelle distese colorate dei crocus che anticipano l’arrivo della bella stagione.
Foto e testo di Enrico Minotti
Dedico questa serie di scatti a coloro che amano gli ampi spazi in quota. A chi non si preoccupa di raggiungere la meta, quanto di godere della bellezza del percorso, destinata all’attento osservatore che ama e guarda con stupore il variare delle stagioni e apprezza la distinta peculiarità che ognuna di esse offre. Gli scatti che presento in queste pagine sono stati realizzati in Valle Spluga, un luogo che dona all’escursionista evoluto, infinite possibilità di vivere appieno la montagna e la sua naturale bellezza. Una di queste opportunità si coglie nella valle che si apre sopra il nucleo Starleggia. Siamo nel territorio di Campodolcino, sul versante delle Alpi Lepontine. In questa splendida conca, la primavera vede nei pascoli e nei prati una grande varietà di fiori spontanei, caratterizzati dai colori freschi e luminosi, che offrono un effervescente tocco di naturalezza al paesaggio, di per sé già grandioso. In particolare, durante il disgelo, a queste quote, di norma nei mesi di aprile e maggio, esplode la fioritura dei crocus (Croco Albifloro).
Simbolo dell’amore passionale e della giovinezza spensierata, questi fiori sono conosciuti fin dall’antichità, tanto che Omero li nomina quando descrive il talamo nuziale di Giove e Giunone.
I crocus sono vere e proprie sentinelle della primavera, ne preannunciano l’arrivo, tingendo i prati di bianco e viola. Se avete la fortuna di cogliere l’attimo giusto della piena fioritura che dura per circa quindici, venti giorni, sarà per voi come entrare in un mondo speciale, capace di regalare un piacere per gli occhi e per l’anima. Mi è capitato di restare per molto tempo fermo ad osservare la prateria ricoperta da un fittissimo manto di crocus che si estende a perdita d’occhio sin su all’alpe Cusone. Un manto delicato circondato da chiazze di neve e da un magnifico corollario di montagne innevate su cui domina l’imponente piramide del pizzo Quadro. L’ampio anfiteatro della vallata è gratificante in ogni periodo dell’anno, ma per me è forse in primavera che il paesaggio si mostra nella sua veste più spettacolare, quando le vette d’intorno sono ancora coperte di neve e ghiaccio, in aperto contrasto con il fondovalle, con il verde intenso dell’erba appena germogliata, quasi avesse davvero risposto alla tradizionale chiamata primaverile annunciata dalla distesa di Crocus. Una sorta di guanciale fiorito su cui sdraiarsi e indugiare in contemplazione.