LA PASTICCERIA CHE I CHIAVENNASCHI PRESENTANO SEMPRE AI LORO OSPITI
Se c’è un’azienda che ha saputo costruire una garanzia di qualità sul proprio brand, quella è la Pasticceria Mastai. Chi è di Chiavenna lo sa bene: quando capita di parlare della propria città a qualcuno che conosce poco il posto, Mastai figura sempre tra le tappe assolutamente da visitare insieme alla Collegiata di San Lorenzo, il Museo del Tesoro, il Mulino di Bottonera e lo splendido centro storico con le sue piazze. Proprio come fosse un monumento.
Sì, perché Mastai, o “il Mastai” come lo chiamano a Chiavenna, è un luogo che ogni chiavennasco viene presentato con vanto tra le peculiarità della zona. Il merito è da attribuire a Luciano e Titta, i due fratelli che con impegno portano avanti la tradizione della pasticceria di famiglia, fondata dal padre.
Non è un caso se tra i clienti affezionati del Mastai ci sono anche molti “vip”, che di passaggio verso Madesimo e l’Engadina, non mancano di fare tappa a Chiavenna, fermandosi da Mastai per un aperitivo o per acquistare qualche dolce. Tra i tanti, giusto per citarne alcuni, ricordiamo Ruffini della Moncler, le sorelle Gucci, Giorgio Rocca, Urbano e Mali Cairo, Veronica Lario e via di seguito.
Ciò che rende speciale l’atmosfera offerta da Mastai è la cura per ogni dettaglio, oltre alla qualità della pasticceria e del servizio. L’apertura del secondo punto vendita in città, di fronte alla stazione, ha contribuito a rivitalizzare un’area marginale di Chiavenna, creando un luogo di riunione che prima non esisteva a Chiavenna, dove apprezzare aperitivi gustosi o merende sostanziose, oltre a light-lunch perfetti per chi lavora.
Nella stagione fredda Mastai propone colorate confezioni regalo da portare agli amici che - purtroppo per loro - non hanno la fortuna di avere la pasticceria chiavennasca a portata di mano.
Fateci un salto e lasciatevi coccolare dalla dolce accoglienza di Mastai.
Nel 2018 Mastai inaugura un nuovo laboratorio di pasticceria a Prata Camportaccio per incrementare propria la produzione.
Testo a cura di GIANLUCA DE FLORIO
foto di MICHELE IOSI
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