Un itinerario straordinario, ricco di fascino e suggestione, che offre molteplici punti panoramici sulla vallata.
Ai molti amici che hanno buone gambe e che mi chiedono di suggerire loro un bell’itinerario da raggiungere a piedi in Valchiavenna, propongo spesso il percorso da Pra Pincée all’Alpe Campo. Il motivo? Il contesto naturale è impagabile. Ci si sposta in un habitat alpino che è rimasto immutato, nel quale i segni dell’antropizzazione sono pressoché assenti. E poi c’è il fattore paesaggistico: durante tutta l’escursione, si gode di una vista meravigliosa che da sola ripaga delle tante fatiche. Tutto il percorso impegna circa 5 ore ed è adatto a chi ha nelle gambe un buon allenamento. Ma vediamo come la si raggiunge.
Partenza: Gordona
Per chi si muove in auto, arrivati a Gordona è necessario prendere la strada consortile per la Val Bodengo. Fate attenzione: il transito con le automobili è consentito con autorizzazione acquisibile nei bar del paese. Superato il ristoro Donadivo si prosegue fino a Pra Pincée (917 m) dove da un ampio parcheggio inizia il percorso segnalato per l’Alpe Campo. La segnaletica è ben evidente. Il primo tratto di sentiero si sviluppa in lieve salita tra umidi boschi di ontani, saliconi, betulle e aceri. Al tornante una palina con le tabelle segnavia fornisce le indicazioni per proseguire nella selvaggia, appartata e sorprendente Valle Garzelli. La Caduta dei Giganti Giunti alla radura (1031 m) si piega e si sale decisamente a sinistra passando sotto una imponente parete di roccia scura, denominata “Caduta dei giganti”. Qui sono presenti delle impegnative vie di arrampicata. Il sentiero riprende a salire ripido con stretti tornanti e superato un primo valloncello, si addentra in un bosco prevalentemente di abetaie dove alcuni esemplari di abeti bianchi (ambièz) hanno dimensioni ragguardevoli. Via via che si prosegue, anche la vegetazione circostante cambia, con larici e il sottobosco ricco di rododendri e mirtilli.
Alpe Campo
Superato il bosco appare all’improvviso l’Alpe Campo (1656 m) con le sue piccole baite, che raccolte sotto delle rocce sono state quasi tutte ristrutturate. Alzando lo sguardo le montagne che fanno da cornice all’alpe ne fanno un quadro di incomparabile fascino alpino. La dentellata punta Anna Maria, i pizzi d’Alterno, il pizzo Ledù, il monte Rabbi o Rotondo chiudono l’orizzonte a sud, mentre volgendo lo sguardo a nord si vede l’inconfondibile piramide del pizzo Stella con alla sua sinistra il pizzo Emet ed il Suretta. Non fate l’errore di lasciare a casa la macchina fotografica!
Borlasca e Bedolina
Dall’Alpe Campo ci incamminiamo a sinistra e in direzione est si perviene ad un pianoro, dove tra radi larici su un piccolo tronco troviamo delle tabelle segnavia che ci indicano la direzione per l’Alpe Borlasca, lì vicino pitturate su un masso delle frecce bianco-rosse confermano la direzione. Puntiamo a Nord e la vista si apre verso un ampio spettacolo naturale. A Sud si possono ammirare gli Avért di Campo detti anche Avérton, dove al loro culmine si trova l’ampia sella del Manduario, punto di passaggio per la Val Soe. La sella del Manduario è delimitata verso la Val Bodengo dal caratteristico Monte Cucco. Sotto di noi fitti boschi misti di faggio, abeti e betulle ricoprono le erte sponde della Val Garzelli. A Est si vede spuntare, dietro le muraglie rocciose Codera - Masino, il monte Disgrazia quasi sempre ammantato di neve.
La chiesetta della Consolazione
Il sentiero continua con diversi tornanti ed usciti dal bosco si apre l’ampio poggio con i prati e le baite di Bedolina (946 m). Al bordo superiore di questo monte sorge una Chiesetta con un ampio sagrato ombreggiato da magnifici faggi. La chiesa è dedicata alla Madonna della Consolazione ed è stata benedetta nel 1764. Serviva gli alpigiani di Bedolina, Garzelli, Brusada, Prà Pincée e Barzena. Sulla facciata della Chiesa a destra del portale, una lapide riporta i nomi dei lavoratori morti nella costruzione della galleria per portare l’acqua alla Centrale Idroelettrica di Mese (1940-1945). Di questi ben 19 perirono sepolti da una valanga in Valle Garzelli il 5 aprile 1941. Lasciata alle spalle la Chiesetta ci si incammina sulla strada per le auto fino al bivio, dove inizia la pista per il monte Garzelli, che si percorre sino ad una palina segnavia e camminando su un sentiero piano si ritorna al ponte pedonale sul Boggia ed al parcheggio del bel gruppo di case di Pra Pincèe.
Testo a cura di GIANLUCA DE FLORIO
foto di MICHELE IOSI
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Informazioni ex art. 1, comma 125, della legge 4 agosto 2017 n. 124
Relativamente agli aiuti di Stato e aiuti de Minimis, si rimanda a quanto contenuto nel
“Registro nazionale degli aiuti di Stato” di cui all’articolo 52 L. 234/2012 (www.rna.gov.it).