Questa collina sorge solitaria a Samolaco, nella frazione di Era. Uno sperone solitario che anticipa il vasto versante della montagna.
Provenendo dalla Statale 36, la si raggiunge percorrendo la provinciale Trivulzia. Da qui si risale con l’auto la via Roma, fino a imboccare la via Alla Latteria e costeggiando l’argine del torrente che termina in un piccolo parcheggio. Qui i visitatori potranno scoprire percorsi sul pannello illustrativo. Al Colle si può giungere anche in auto (imbocco della carrozzabile a fianco della casa parrocchiale), ma il sentiero con le cappelle della Via Crucis, comodo e facilmente percorribile in circa mezz’ora, è di gran lunga più interessante.
Il percorso Lasciata l’auto, ci si inoltra per gli stretti vicoli e i vecchi casolari dell’antico nucleo di Era, denominato Cuéta. Qui si può ammirare la semplice architettura rurale, i cui punti salienti sono le murature in pietra, i tetti in ardesia (piòte) e, soprattutto, i diffusissimi ballatoi in legno (lòbie) un tempo utilizzati per esporre ad essiccare le pannocchie di granoturco, che coloravano vivacemente intere facciate. Il comodo sentiero sale tra i castagneti e incrocia, subito alle spalle del paese, il percorso storico della Via Francisca (seguendolo verso sinistra – Sud - si giunge a S. Giovanni all’Archetto e, quindi, a San Fedelino, mentre a destra – Nord - si va verso Chiavenna).
Proprio all’incrocio, e all’imbocco del sentiero che sale al Colle, si trova la prima delle numerose stazioni disseminate lungo il percorso.
Qui la denominazione corrente delle edicole è quella di “cappelle” o “cappellette”: capela o capelìna in dialetto. Tutte quante - ad eccezione della tredicesima, accanto allo slargo adiacente al tornante della strada carrozzabile – sono situate a monte rispetto al tracciato del sentiero. Salendo, le vediamo quindi sulla sinistra nel primo tratto, sulla destra nel secondo (dalla quarta alla undicesima) e di nuovo a sinistra la dodicesima (di cui diremo più avanti) e l’ultima esistente, la quattordicesima.
Appena superato il Mulino, di fronte al caratteristico “Crotto della Malpensata”, il sentiero compie una decisa svolta a sinistra, proseguendo quindi verso Sud Ovest con una inclinazione costante, non troppo ripida.
Qui si trovano, in successione, le stazioni dalla quarta all’ undicesima: la decima manca, crollata pare a causa della caduta di una pianta durante una incauta operazione di taglio del bosco (rimane, a testimoniare la presenza dell’antico manufatto, unicamente il basamento, murato con pietre a secco).
La più particolare e inconfondibile è la stazione sesta, che presenta una esagerata inclinazione all’indietro: non sembra possibile che possa rimanere in piedi.
Subito dopo la settima stazione, accanto ai resti di una stalla diroccata, e a valle rispetto al sentiero, si può ammirare il bel basamento monolitico di un antico torchio, a testimoniare l’intensa lavorazione dei terreni, spesso destinati a vigneto. Dalla stazione undicesima, a ridosso di una vecchia stalla, si intravede già, in alto, il campanile alla sommità del Colle.
Percorrendo una facile scala risistemata di recente, si raggiunge la strada carrozzabile per Paiedo.
La si segue verso destra, con un percorso quasi pianeggiante, e in breve si giunge all’ampio slargo adiacente ad un tornante. Qui, alla sinistra del sentiero, troneggia una cappella più grande, da poco restaurata con un nuovo intonaco ed imbiancata, completata con un quadro votivo: un Gesù Cristo in stile moderno, opera dell’artista locale Massimo Vener. Si tratta della stazione dodicesima. Sulla destra, proprio all’imbocco del bel sentiero che, finalmente, conduce agevolmente alla Chiesa di Sant’Andrea, c’è la stazione tredicesima. Questa cappella fu costruita nei primi decenni del Novecento, in sostituzione della quattordicesima, ai tempi più su, in un angolo del sagrato, demolita perché cadente: anche la tecnica costruttiva e gli intonaci esterni dimostrano la sua datazione diversa rispetto alle altre cappelle disseminate lungo il sentiero (sono evidenti, infatti, una intonacatura con malta “a spruzzo” e l’inserimento di un quadretto a stampa, sotto vetro).
Sull’ultimo tratto, infine, si trova la stazione ora divenuta quattordicesima.
Solo la prima stazione contiene dei dipinti ad affresco; si può azzardare l’ipotesi che, non disponendo di sufficienti mezzi economici, si rimandasse a tempi successivi il completamento della serie dei dipinti: progetto che poi non fu più realizzato.
Pertanto oggi le cappelle contengono dei modestissimi quadretti incorniciati sotto vetro raffiguranti delle generiche immagini sacre.
La finitura esterna è a calce bianca e risulta decorata, su entrambi i fianchi, da grandi croci di colore rosso.
L’escursione al Colle rappresenta un’occasione gradevole per riscoprire un angolo della Valchiavenna non molto noto.
A cura di ALBERTO MARTINELLI
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