L’itinerario che collega il sud delle Alpi con la Svizzera ha sempre riscosso un’attrazione speciale tra coloro che lo hanno percorso. Una magia che ogni anno continua a incantare migliaia di turisti provenienti da tutto il mondo.
Che fascino, la viaSpluga! È un percorso unico, nella storia del nostro Paese.
Pur in condizioni ambientali difficili, tracce di insediamenti umani risalgono addirittura a 40.000 anni fa, mentre nel Mesolitico è certa la presenza di antiche popolazioni, a Pian dei Cavalli, circa 7.000 anni fa.
La presenza umana è testimoniata anche nell’età del bronzo nell piccolo nucleo di Borghetto, vicino alla frazione di Isola, e a Montespluga. Proprio qui, in prossimità del Passo, in epoca Imperiale, i Romani per primi cercarono di rendere praticabile il transito sulle Alpi, circa nell’anno 1 d.C.
Fino al Medioevo, quando con un unico, libero Comune, costituito nel 1205, le popolazioni locali riuscirono ad autogestirsi per più di 600 anni, grazie ad organi collegiali denominati “Consigli della Valle di San Giacomo”. Quale fu la fortuna di queste vallate?
Essere a ridosso del passo meno impervio rispetto ad altri valichi transitabili dell’arco alpino. Tuttavia, all’altitudine più accessibile del Passo Spluga (2113m sul livello del mare), faceva da contrappasso la necessità di transitare per l’orrido della Gola di Cardinello. Un’impressionante salita dai 1400 metri di Campodolcino ai 1908 metri di Montespluga, attraverso mulattiere a strapiombo su precipizi vertiginosi, prodotti dalla gola in fondo al quale scorre il torrente Liro.
Le stesse guarnigioni napoleoniche, nell’anno 1800 perirono a centinaia sull’opposto versante elvetico del passo, precipitando dagli impervi sentieri, nel tentativo di raggiungere Chiavenna, nella guerra contro gli Asburgo.
In tutte le epoche, il “Passo Sublime” ha attratto le personalità più famose.
La notorietà delle valli dello Spluga è accertata fin dai secoli più remoti: dal generale romano Stilicone, a Ottone 1° di Germania; da Leonardo da Vinci a Erasmo da Rotterdam; dai Wurttemberg a Goethe. E poi i pittori, i poeti, i musicisti di fama internazionale; scrittori del calibro di Conan Doyle e Hans Christian Andersen. Tra gli italiani: Salvatore Quasimodo, Giovanni Guareschi, Giosuè Carducci. Anche intellettuali come Nietsche, Bakunin ed Engels subirono il fascino dello Spluga. Lo stesso Einstein vi soggiornò per un breve periodo. Le gole rocciose, i sentieri tortuosi, le sorgenti, i torrenti impetuosi, i laghi cristallini, il colore dei prati, la maestosa altezza degli alberi, le cime innevate, spesso anche d’estate; tutto ciò ha fatto dello Spluga un unicum, nel corso dei secoli.
Già da questi pochi elementi è facile comprendere come si sia spinti a conoscere l’attrazione che ha esercitato questo percorso, su tanti geni del passato.
Tuttavia, se il Cammino di Santiago è una esperienza preferibilmente individuale, ricca com’è di significati spirituali, la viaSpluga merita di essere percorsa in compagnia, per il rispetto dovuto alle particolari condizioni ambientali.
Certo, l’imponenza dello spettacolo della natura lascia senza fiato. Ma la sorpresa degli incontri è dietro l’angolo. D’estate, negli alpeggi, le mucche al pascolo vi osservano, forse vi interrogano, certo possono venire a cercare da voi qualcosa, se avete un panino nello zaino. Lo stesso fanno i branchi di capre di tutti i colori, che vi vengono incontro, come allegre per la novità. Vi conquisteranno la docilità degli asinelli incontrati lungo il percorso.
E negli alpeggi più alti, sicuramente vi accompagneranno i fischi delle marmotte, guardinghe ad ogni intrusione nel loro paradiso.
Voi sarete lì, parte di un tutto, finalmente. La storia, il passato glorioso di questi luoghi difficili, regalano il rispetto dovuto a queste genti, orgogliose di appartenere alla loro terra.
Dalla parte svizzera, salendo verso la vetta del Passo Spluga, non si può fare a meno di volgere lo sguardo verso il valico. Nasce spontanea l’emozione di aver scoperto l’antico percorso utilizzato nei secoli scorsi dagli intellettuali europei, alla ricerca delle eccellenze del Bel Paese.
Si intuiscono quali rischi si sottoponevano coloro che intraprendevano questo viaggio diretti verso i porti italiani oppure, in senso opposto, lungo le rotte che collegavano i più importanti centri della Mitteleuropa.
Solo percorrendo la viaSpluga si può comprendere perché tante persone sensibili scelsero di fare quel viaggio così impegnativo e affascinante, pur di poter ammirare le bellezze del nostro Paese.
Cogliete l’opportunità di questi 20 anni di riapertura in chiave turistica della viaSpluga per immergervi nella sua magia: sarete felici di aver scelto di essere lì, in quel preciso momento.
Sulle orme lasciate dai romani
La viaSpluga è un sentiero escursionistico-culturale nelle Alpi centrali che da secoli unisce le
due località di Thusis in Svizzera e Chiavenna in Italia. Il percorso misura circa 70 chilometri che possono essere compiuti da nord a sud o viceversa. Sin dalle sue origini, la viaSpluga nasce come percorso di collegamento per il trasporto delle merci su dorsi di animali da soma. Le sue tortuose mulattiere si sono conservate sino ai giorni nostri, permettendo di rivivere la stessa, dove è in gran parte mantenuta o è stata ripristinata la struttura originaria.
VIA AUREA
La via Spluga era una strada romana consolare, costruita per ragioni militari e commerciali. era anche conosciuta come via Aurea perché conduceva al passo dello Spluga, che gli antichi Romani chiamavano Cunus Aureus, il “punto d’oro”. Dopo l´ampliamento voluto alla fine
del 1° secolo avanti Cristo da Augusto, il percorso fu chiamato ufficialmente via Drusilla Augusta in onore a Livia Drusilla, terza moglie dell´imperatore. A quell’epoca il percorso iniziava a Milano, risaliva verso Monza, Merate e giungeva a Lecco. Da qui costeggiava la sponda orientale del Lago di Como, collegandosi con Chiavenna e arrampicandosi lungo la Valle Spluga verso l’omonimo passo.
L’ABBANDONO E IL RECUPERO
Per molti secoli la viaSpluga rappresentò una via di collegamento importantissima tra l’Italia
e l’Europa. Pellegrini, viandanti, commercianti e militari percorsero questa via, temuta per la
pericolosità di alcuni suoi tratti, in particolar modo quello del Cardinello. La gloria della viaSpluga rimase sospesa dal 1821, anno dell’apertura della grandiosa carrozzabile del
Donegani, voluta e finanziata dagli austriaci, che di fatto soppiantò del tutto l’utilizzo
dell’antica mulattiera. Il Cardinello rimase dominio esclusivo dei pastori e dei cacciatori,
finendo nel dimenticatoio. Il 28 settembre 1969 quando un gruppo di uomini, guidati dal
campodolcinese Dante Guanella, si avventurò dopo più di un secolo e mezzo sul sentiero del
Cardinello per raggiungere Splügen a piedi. Nessuno probabilmente immaginava che
mezzo secolo più tardi, quell’itinerario sarebbe diventato una meta percorsa ogni anno da migliaia di turisti provenienti da tutto il mondo.
LA RISCOPERTA
Grazie ad un progetto Interreg, nel 2000 la viaSpluga venne ufficilamente riaperta al pubblico,
come via escursionistica organizzata. Da Thusis (720 m) il percorso attraversa la famosa gola della Viamala fino a Splügen (1457 m). Volge verso sud, risalendo ai 2115 m del Passo dello Spluga, che costituisce il punto più alto del tragitto. Da qui ha poi inizio la discesa, attraversando l’intera Valle Spluga fino ai 333 m di Chiavenna.
RISORSA TURISTICA
Oggi la viaSpluga rappresenta un’importante risorsa per l’economia turistica locale. Sono
migliaia gli ospiti provenienti da tutto il mondo, che giungono a Chiavenna e Thusis per intraprendere questo viaggio esperienziale unico nel suo genere. una modalità di viaggiare che permette di conoscere a fondo il territorio in cui è calata, la molteplicità delle cultura che la popolano e la storia che ancora trasuda delle pietre utilizzate per lastricare la via, posate migliaia di anni fa.