a cura di Stefano Tam
Da Chiavenna al Passo dello Spluga, pedalando lungo i tornanti appesi al granito, disegnati dal genio di Carlo Donegani nella prima metà dell’800.
La salita al Passo dello Spluga è un’esperienza che ogni ciclista dovrebbe fare, almeno una volta nella vita. Pedalo da quando ero giovanissimo e ora giunto all’età di 30 anni, posso dire di aver collezionato un’ampia serie di traguardi alpini. Ho vestito la maglia della nazionale italiana di paraciclismo, che mi ha permesso di percorrere tanti chilometri in tutta Europa. Insomma, di strada in sella ne ho vista e fatta tanta. Eppure, ogni volta che inforco la salita a Bette - antipasto delle pendenze che si succederanno lungo la strada che da Chiavenna conduce in Valle Spluga - avverto sempre quella leggera euforia che non provo altrove. Forse dipende dal fatto che senta particolarmente mio questo percorso, con quella varietà unica dei paesaggi che dai 333 m di Chiavenna si susseguono fino allo scenario quasi lunare di Montespluga. Il tratto da Campodolcino a Pianazzo è il mio preferito: pedalare sul ricamo dei tornanti che disegnano la strada a picco sulla vallata è qualcosa di surreale.
E poi c’è il tratto brullo da Boffalora alla spianata che costeggia il lago di Montespluga, con l’arrivo nel villaggio: pura poesia. Ecco, ciò che rende unica la strada verso il Passo dello Spluga, è proprio l’itinerario, che non è mai uguale a se stesso, che muta e si trasforma nelle tante storie che si sono susseguite. Più avanti ho indicato una sintesi degli aspetti tecnici di questa uscita, con altimetrie, chilometri e cose da vedere. Un suggerimento per chi sta pensando di organizzare questa escursione: pianificate la partenza da Chiavenna al mattino presto. Non solo eviterete il caldo (d’estate è particolarmente intenso), ma avrete modo di apprezzare anche prospettive panoramiche molto suggestive, esaltate dalla luce migliore e anche qualche avvistamento di caprioli e cervi lungo la strada.
Buon Passo a tutti.
Itinerario
La meta è di quelle da esibire con orgoglio sul petto, da menzionare insieme alle più celebri
salite del ciclismo alpino. Il Passo dello Spluga, 2.117 m di quota, è uno dei valichi più importanti delle Alpi, conosciuto fin dall’antichità per essere una via preziosa di collegamento
tra l’Italia e la Mitteleuropa. Per gli amanti della bicicletta, è anche un riferimento straordinario, divenuto celebre in più di una tappa del Giro d´Italia.
Punto di partenza, Chiavenna a 333 di altitudine. Per chi arriva in auto a Chiavenna è preferibile posteggiare nell’ampia area di sosta gratuita di via Moro, a pochi passi dalla pista di atletica. Il percorso è molto impegnativo e offre rarissimi tratti pianeggianti, con pendenze che sfiorano il 9%. Se organizzato a tappe questa uscita è gestibile in sette frazioni.
Luoghi imperdibili
Sono tanti gli scorci che rendono unica la scalata in bicicletta al Passo delle Spluga. Uno su tutti, il tratto che collega Campodolcino a Pianazzo. La strada dello Spluga fu inaugurata nel 1818 su progetto dell’ingegnere Carlo Donegani. Per almeno un secolo rivestì un ruolo fondamentale nello sviluppo economico e commerciale del nord Italia. In questo tratto, la strada è un susseguirsi di tornanti molto stretti, ricavati nella parete a strapiombo di granito, attraverso un’opera ingegneristica di assoluto rilievo. Durante la salita in bicicletta, vale la pena di effettuare più di una sosta per apprezzare non solo il panorama che si gode da questa prospettiva verticale, ma anche la straordinaria capacità realizzativa che l’uomo ha saputo mettere in campo per dare vita a questa carrozzabile, unica nel suo genere.
Passo Spluga, luogo sublime
Tante volte su queste pagine in passato, abbiamo raccontato con testi e immagini la bellezza che esprime la parte terminale dell’itinerario che vi stiamo presentando, da Montespluga al Passo. Oggi la zona è molto frequentata da ciclisti di ogni tipo e appassionati di trekking, questi ultimi per lo più immersi lungo il tracciato storico della Via Spluga. Fa un certo effetto pedalare sulla parte terminale della Statale 36 e pensare che proprio qui, tante persone si sono succedute nei secoli, a partire dall’epoca preromana. Qui sono transitati personaggi illustri a partire da Ottaviano Augusto (16-15 a.C.) per passare poi a Flavio Stilicone tra il 395 e il 402. Testimonianze certe provano il passaggio di Federico Barbarossa, di Napoleone III, della Regina Vittoria. Dal XVI secolo la strada dello Spluga esercitò un grande fascino su tanti scrittori, poeti, pittori, filosofi, musicisti, scienziati.Basti pensare a Erasmo da Rotterdam, Ugo Foscolo, George Gordon Byron, Johannes Brahms, Friedrich Nietzsche, Giosuè Carducci, Italo Calvino, Arthur Conan Doyle, Albert Einstein. Ognuno di loro dedicò un pensiero a questo luogo. Molti sono stati raccolti nel libro “Spluga. Passo sublime" di Kurt Wanner, una lettura che vi consigliamo.
Il Passo in bici
Oggi sono moltissime le persone che si cimentano nell´impresa della conquista del Passo Spluga, in sella a bici da corsa, mountain bike, gravel o a modelli a pedalata assistita. Lo sviluppo tecnico dei mezzi a due ruote ha reso accessibile a tutti un percorso che prima era solo di stretto appannaggio di atleti ben allenati, con tanta passione per le salite più toste. Chi volesse cimentarsi in questa esperienza suggestiva, approfittando anche della possibilità di noleggiare un modello “elettrico”, in Valchiavenna sono disponibili vari punti che mettono a disposizione ebike di ogni genere. In più, in molti fine settimana della stagione estiva, la Statale 36 viene chiusa al traffico delle auto proprio in alcuni tratti tra i più panoramici,offrendo ai ciclisti la possibilità di salire verso il Passo in assoluta sicurezza senza l’ingombro e il rumore delle auto.
Stefano Tam, 30 anni, è stato un atleta della Nazionale Italiana di Paraciclismo. Nato a Villa di Chiavenna, pratica MTB e ciclismo da sempre. Oggi gestisce Rock Bike in via A. Volta, 34, a Chiavenna specializzato nella vendita e assistenza per biciclette.