Verceia regala in autunno la magia di un itinerario tutto da scoprire in sella alla bicicletta o anche passeggiando.
Tra i tratti più suggestivi e apprezzati della rete ciclabile che collega la Valchiavenna, quello che attraversa Verceia possiede qualcosa di molto speciale. L´itinerario si sviluppa in gran parte sulla vecchia Statale 36 dello Spluga, attraversando ponti e viottoli, fino al nuovo sottopasso che dà accesso alla Riserva Naturale del Pian di Spagna.
Il percorso consente di scoprire il volto meno noto di Verceia, primo centro della Valchiavenna per chi proviene da sud. La pista è stretta tra le acque tranquille del Lago di Mezzola e le sponde ripide del versante montuoso, eccezion fatta per la porzione centrale.
Le origini di questo nucleo sono molto antiche, come testimoniano gli importanti resti romanici venuti alla luce nel 2004 nel corso di alcuni interventi di ristrutturazione. Terra di transiti e di collegamenti, Verceia porta nel suo DNA le influenze e i segni che accomunano tutti i luoghi nei quali fu vivace il passaggio di genti e merci provenienti da luoghi lontani.
Queste tracce si possono apprezzare anche dal sellino della propria bicicletta, costeggiando il percorso di circa tre chilometri riservato alle due ruote a pedali che attraversa il paese.
Il nostro itinerario inizia da Campo Mezzola, frazione del vicino comune di Novate. Da qui si costeggia il tratto asfaltato della vecchia Statale fino all’incrocio con la deviazione della stazione ferroviaria di Verceia. La pista è stata ricavata dall’uomo, scavando nel versante roccioso. La cosa che balza all’occhio in questo primo tratto è la calma delle acque del Lago sottostanti. Il clima umido e mite allo stesso tempo, ha favorito la proliferazione della vegetazione tra cui spiccano gli alberi di fico: una costante che ritroveremo anche più avanti.
Giunti alle prime case del paese, la pista prosegue sulla destra prima della stazione, passando in rassegna le villette ben curate con darsena e giardino. L’itinerario attraversa il posteggio del ristorante La Barcaccia scavalcando il torrente grazie ad una passerella in ferro. La pedalata si fa fluida. Le ville si interpongono alla riva fino a quando la pista svolta a destra. Il selciato diventa a porfido e corre direttamente affacciato sul Lago. Qui c’è il porticciolo ben curato che offre alle barche un approdo sicuro. Superata la breve salita, la pista si ricollega alla vecchia Statale fino al sottopasso. Come per la porzione iniziale del percorso, anche qui si pedala tra la roccia e il lago. Ricompaiono le foglie e i rami di fico, in autunno ancora carichi di frutta. La passeggiata è resa ancor più affascinante dal vecchio tunnel scavato a roccia viva, un tempo frequentato dalle auto. Passandovi in bicicletta, nel silenzio assoluto del luogo, fa un certo effetto pensare che appena più di una ventina di anni fa, questa stretta carreggiata era solcata da mezzi a motore nel doppio senso di marcia, camion e pullman compresi.
La strada è pianeggiante e in poco tempo si giunge al passaggio a livello della linea ferroviaria Colico-Chiavenna. Proprio a sinistra del tunnel riservato ai convogli, in posizione leggermente rialzata è situato l’ingresso della fortificazione della Linea Cadorna scavata durante la Prima Guerra Mondiale. Fu impiegata come deposito di munizioni e in caso di invasione da nord, un’esplosione avrebbe interrotto ogni collegamento verso l’Italia.
La pista ciclabile prosegue in massima sicurezza verso la marcita del Pian di Spagna, grazie al nuovo sottopassaggio che consente di oltrepassare la ferrovia. Il fascino della natura attraverso le sue multiformi espressioni si esalta in questa fetta di terra nel cuore delle Alpi, meta di infinite specie di volatili che due volte all’anno fanno tappa nell’oasi naturale per riprendere le forze durante le lunghe migrazioni.
Nel corso dell´estate , la pista di Verceia è sempre apprezzata da molti turisti e cicloturisti, che transitano di qui diretti verso i passi del nord o le località del Lago di Como e della Valtellina.
L’autunno regala colori e suggestioni uniche a chi vuole scoprire questo angolo meraviglioso della Valchiavenna, anche semplicemente per una gradevole passeggiata.
La storia In latino il paese di Verceia è indicato come Vercilia, forse da un nome personale, ma è stata anche avanzata l’ipotesi di una derivazione legata a Cii, località, una volta permanentemente abitata, sul monte a est di Verceia: "versus Cilium", cioè verso Cii. Nel 1092 è citato come "fundo Vercelli" e fu "cantone" del comune di Lezzeno Superiore o Novate fino alla seconda metà del ’600, quando divenne comune autonomo. Nel ’600 durante le guerre tra Francia e Spagna fu occupato dapprima dagli Spagnoli che dominavano nel vicino stato di Milano, poi dai Francesi, alleati della repubblica di Venezia e dei Savoia nella lega di Avignone. Nel 1625 il colonnello tedesco Pappenheim, al servizio degli Spagnoli, riconquistò Verceia ricacciando gli occupanti avversi fino a Traona. In seguito a quella vittoria fece eseguire una tela che lo raffigura tra i santi a cui sono dedicate le chiese dell’originario comune di Lezzeno Superiore. La pala, già a Novate, è ora nell’abside della chiesa di San Fedele a Verceia.
La parrocchiale di San Fedele Già esistente in epoca romanica, come hanno testimoniato i ritrovamenti del 2004, l´edificio religioso intitolato a San Fedele subì un incendio nel 1625. Un secolo dopo la chiesa venne ampliata e, tra la fine dell´Ottocento e il principio del Novecento, si affrescarono le pareti. Al centro dell´altare maggiore c´è una pala del XVII secolo, commissionata dal condottiero tedesco Goffredo Enrico von Pappenheim, rappresentato nella tela con i santi a cui sono intitolate le chiese della zona. Per conto degli Spagnoli a Verceia egli combatté le truppe del marchese di Coeuvres, nella battaglia del 21 settembre 1625, oggetto di importanti ricerche da parte di Sandro Massera.
La Strada dei Cavalli Questo itinerario pedonale, della lunghezza di un paio di chilometri, ripercorre l’antico passaggio in uso fino al 1834. Per chi proviene da sud, l’ingresso dell’itinerario è ben segnalato dai cartelli ed è situato sulla destra poco prima della prima galleria della Statale 36. Questa era l’unica mulattiera che collegava via terra la Valchiavenna al Lago di Como. Il passaggio di animali carichi di merce diede il nome a questa pista. L’itinerario è stato messo in sicurezza pochi anni fa ed offre punti panoramici sull’oasi naturale, sul lago e su tutta la Valchiavenna. Tra i luoghi di interesse segnaliamo il Sasso Corbé, la ripida scalinata che nel 1613 causò la morte di Vespasiano Salis, podestà di Morbegno, e del suo servitore, che caddero da cavallo. Inoltre, qui si consumò una delle epiche gesta di Francesco Dolzino, che nel 1848 alla testa di una banda armata, fece trasportare sul dirupo una sua slitta che somigliava ad un cannone. Ciò permise di fermare gli austriaci per qualche giorno, utilizzando un semplice ma efficace stratagemma. La Via dei cavalli termina a Verceia, passando tra i terrazzamenti un tempo coltivati a vite.
I cunicoli della Linea Cadorna L´opera risale al 1917 quando fu realizzata la serie di cunicoli nell’ambito della cosiddetta Linea Cadorna per interrompere con la dinamite il passaggio delle truppe austriache nel caso avessero scelto come via di invasione l’Engadina e la Valchiavenna. L´ingresso è situato sulla vecchia Statale 36, a fianco della galleria ferroviaria. Dal massiccio portale di accesso a questa fortificazione, caratterizzata da stretti cunicoli, si accede verso il cuore della montagna. Lastricata in granito di San Fedelino e rivestita in mattoni, l´opera fortificata presenta alcune cisterne, una casa matta e vari locali per l´alloggiamento dell´esplosivo. La galleria di Mina è da alcuni anni aperta come museo.
Frasnedo, Foppaccia e la Val dei Ratti Il borgo di Frasnedo è raggiungibile soltanto a piedi e sorge a 1266 metri di altezza, a circa 2 ore e mezza di cammino da Verceia. Seguendo la mulattiera e il sentiero in selciato si risale la Valle dei Ratti, prendendo quota rapidamente. È una meta perfetta durante l’autunno: le gradazioni cromatiche suggeriscono ambientazioni diverse e affascinanti. La zona è molto apprezzata per le sue selve di castagni e per la natura incontaminata. A Frasnedo è attivo anche un rifugio (tel. 0343/39503) che porta il nome del borgo. La gestione è familiare, con possibilità di pernottamento e offre ricette deliziose a base dei piatti della cucina locale.
Poco distante, a Foppaccia, si stende un magnifico maggengo dal quale si gode una meravigliosa vista sul Lago di Mezzola, la Valchiavenna e la Valle dei Ratti. È presente un rifugio, il "Chianova", non presidiato, gestito dal Consorzio Alpe Foppaccia. A sinistra si scorgono le eleganti cime della punta Redescala (m. 2304), il Sasso Manduino (m. 2888) e la punta Magnaghi (m. 2871).
Il Lago di Mezzola e l’Oasi del Pian di Spagna Non si può parlare di Verceia senza menzionare il suo lago. Il paese è dotato di un piccolo e moderno porticciolo per l’attracco delle barche. C’è anche la possibilità di praticare canottaggio grazie ad un centro organizzato. Il lago offre inoltre la possibilità di balneazione, circondati dalla natura meravigliosa caratterizzata da un habitat unico, nel quale convivono specie diverse del mondo lacustre tra cui anatre, cigni, aironi, folaghe, alzavole e molte altre ancora. L’Oasi del Pian di Spagna organizza tour di bird-watching per osservare i volatili nel loro ambiente naturale.
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Relativamente agli aiuti di Stato e aiuti de Minimis, si rimanda a quanto contenuto nel
“Registro nazionale degli aiuti di Stato” di cui all’articolo 52 L. 234/2012 (www.rna.gov.it).