In primavera questa disciplina offre innumerevoli opportunità, specialmente in Valle Spluga.
Le premesse sono più che ottime. La spessa coltre nevosa depositata questo inverno sulle cime della Valle Spluga consente agli amanti dello scialpinismo di allungare notevolmente la stagione in quota.
La pratica di questa attività regala emozioni straordinarie, ponendo gli sportivi che la praticano in una relazione privilegiata rispetto alla natura, godendo delle temperature gradevoli e di panorami suggestivi.
Lo scialpinismo è senza dubbio uno sport appassionante: richiede un impegno fisico elevato, ma allo stesso tempo consente di vivere lo sci in una dimensione molto intima, recuperando l’essenza originale di questa attività.
Non a caso negli ultimi anni il numero di coloro che hanno scelto di dedicarsi a questo sport, è notevolmente cresciuto. Oltre che una valida preparazione di base, per praticarlo è necessario dotarsi dell’attrezzatura di sicurezza più opportuna e, nel caso in cui si intende visitare zone poco note, vale sempre la pena di avvalersi del supporto delle Guide Alpine locali, che organizzano uscite individuali o di gruppo.
Le mete della Valle Spluga sono tra le più suggestive della zona. Le opportunità variano a seconda del grado di difficoltà che si intende affrontare, con dislivelli che vanno dai 1000 ai 1500 metri. Tra le vette più belle raggiungibili con le pelli si deve menzionare il Pizzo Tambò (3096 m) con partenza dal Passo dello Spluga (2110 m). Poco distante, il Pizzo Ferrè (3103 m) è un’altra opzione interessante, che prevede la partenza dal villaggio di Montespluga e copre l’intera Val Loga.
Più lunga – circa 5 ore – è invece l’escursione alla Cima Bardan a 2962 metri. Si parte dal nucleo di Isola a 1260 metri e si percorre tutta la Val Febbraro fino a raggiungere la cresta.
Queste, solo per citarne alcune, sono le vie più battute e conosciute. In rete esistono moltissimi siti che riportano vari itinerari, tutti ben tracciati e descritti.
Da Isola al Passo del Baldiscio
La primavera riserva molte occasioni agli amanti dello sci in quota, per apprezzare tutto il fascino delle
ascensioni con le pelli.
C’è un luogo in Valle Spluga che suggerisco sempre a quegli sportivi che hanno già una certa dimestichezza con lo scialpinismo e che vogliono misurarsi lungo un itinerario non eccessivamente impegnativo, capace comunque di regalare emozioni e panorami mozzafiato: è l’ampia zona dell’alpe Piani, passando dalla Val Febbraro e da Borghetto dove ci sono un’infinità di itinerari possibili da seguire, tutti collocati in un habitat straordinario, lontano dal chiasso e dall’affollamento delle piste da sci.
L’uscita al Passo del Baldiscio – quota 2355 metri sul livello del mare – è un’escursione alla portata di tutti, purché non principianti.
Lasciata l’auto a Isola, frazione nel comune di Madesimo a quota 1253 metri, ci si avvia verso Ca’ Raseri, seguendo le indicazioni. Il percorso porta dopo Ca’ Raseri all’imbocco della Val Febbraro.
A passo regolare nei boschi di abeti e larici, si raggiunge Borghetto, tappa di metà percorso prima di raggiungere il Passo del Baldiscio.
Le tracce lasciate dagli scialpinisti che prima di noi hanno battuto questa pista, ci
permettono di raggiungere agevolmente la nostra destinazione.
Da Isola a Borghetto il dislivello è di 630 metri circa; ce ne servono altri 500 prima di giungere alla meta tanto agognata. Dal punto di vista paesaggistico, questa escursione colpisce per la vastità del versante opposto, segnato dagli impianti di sci e dalle numerose piste che scendono dai pendii di Madesimo.
Rispetto a quel brulicare di sciatori, intorno a noi avremo soltanto silenzio e pace.
Capita sovente di notare qualche traccia lasciata dalle volpi e dalle lepri bianche, che nonostante il freddo e l’ambiente ostile, riescono a sopravvivere fino a primavera.
L’escursione al Passo del Baldiscio occupa buona parte della giornata. Suggerisco di partire all’alba, dopo aver consultato con attenzione i bollettini meteo e l’indice del rischio valanghe.
A chiudere in bellezza questa avventura è la discesa: non difficile e molto divertente, specialmente nella parte alta. Se deciderete di avvalervi di una guida alpina per compiere un’uscita in questa zona, valutate anche la possibilità di spingervi fino alla Cima del Baldiscio, del Pizzo Bianco o del Pizzo dei Piani. Ne vale davvero la pena.
Dimenticavo: nello zaino sempre pala, sonda e ARTVA.
Le Guide Alpine della Valchiavenna sono un riferimento prezioso per coloro che cercano spunti originali utili a individuare tracciati poco noti, con gradi di difficoltà differenti e variabili a seconda della preparazione.
Nonostante l’inverno sia ormai passato, la neve resta sempre un elemento che può nascondere qualche insidia. Per questo bisogna tenere in considerazione le regole fondamentali che stanno alla base di questo sport, a cominciare dall’attrezzatura di sicurezza (pala, Artva e sonda), oltre a consultare il bollettino valanghivo della zona che si intende frequentare.
Foto di Roberto Ganassa
Testo di Moreno Pedroncelli