Da lunedì a sabato: 9-12.30 e 15-18.30
Domenica: 9-12.30
Martedì: chiuso
Nel periodo in cui la Valchiavenna faceva parte del regno Lombardo -Veneto sotto l´Austria, i maestri austriaci furono invogliati ad aprire le loro fabbriche in zona grazie all´acqua e all´aria buona ma anche grazie ai noti crotti, eccellenti frigoriferi per la maturazione della birra. Nel 1844 le fabbriche di birra a Chiavenna erano quattro, e producevano 390 ettolitri di birra; pochi anni dopo aumentarono a nove e producevano il 20% della birra nazionale. Il declinare dei traffici commerciali, convogliati dai trafori alpini verso il Piemonte, la concorrenza di nuove fabbriche altrove, le difficoltà nell´acquisto delle materie prime e nel trasporto del prodotto, l´elevata imposta di fabbricazione e scelte imprenditorialmente sbagliate portarono a una grave crisi. Inizia così la graduale chiusura degli stabilimenti,che comunque nel frattempo si erano guadagnati giusta fama in Italia per la produzione di birra a bassa fermentazione, secondo il metodo tedesco, conosciuta come "Birrone di Chiavenna". Dopo il 1911 si procedette alla fusione delle fabbriche nel birrificio Spluga: nel 1923-24 la ditta occupava 112 operai e quadruplicò la produzione di birra Chiavennasca; la chiusura della fabbrica avviene nel 1957 dopo il tentativo fallito di ristrutturazione dell´azienda e il trasferimento in pianura, dove acquistò il nome di Splugen Brau e Splugen Bock. Finiva così dopo 135 anni l´industria birraia di Chiavenna. (Fonte:Appunti sui Birrifici di Valchiavenna (1820-1957), Guido Scaramellini, Circolo Culturale Collezionistico Chiavennasco). Foto: La Birra in Valchiavenna |
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