Gina e Jeffrey ormai si possono considerare degli habitué dei monoliti di roccia che si ergono solitari e ieratici nella piana di Prestone, a Campodolcino. Seppure entrambi abbiano origini lontane rispetto a questi luoghi, hanno individuato un punto sconosciuto ai più, nel quale praticano quella disciplina sportiva che in italiano è definita “sassismo” e che in inglese è più nota come bouldering.
Il bouldering è una speciale espressione dell’arrampicata, che si sviluppa su massi e grossi blocchi di pietra. È nata intorno agli anni Settanta e ben presto si è diffusa in tutto il mondo. Il nome deriva dall’inglese boulder, ovvero un masso che può avere differenti dimensioni e che offre delle pareti arrampicabili. Il fascino di questa attività risiede tutto nella tecnica, unita a una notevole dose di concentrazione e intelligenza. Un equilibrio perfetto, che permette di risolvere particolari passaggi molto impegnativi, attraverso sequenze di movimenti armoniosi e dinamici, in genere dieci al massimo, ma estremamente complessi, per uno sviluppo che di norma non supera i cinque metri.
La storia di Gina e Jeffrey è molto particolare. Lei è irlandese e in passato ha lavorato come fisioterapista in Irlanda, Stati Uniti, Svizzera e Italia. Suo marito, originario della Virgina (Usa), lavora a Chiavenna come sviluppatore web. La loro è una coppia molto sportiva e da un anno e mezzo hanno messo radici a Chiavenna. “La nostra storia è un po’ complicata – raccontano –. Abitavamo in America da qualche anno prima di traslocare in Italia. Volevamo tornare in Europa per essere più vicino alla famiglia di Gina, e alla fine abbiamo deciso di trasferirci in Italia, perché i genitori di Gina passano qui circa cinque mesi all’anno. I nonni di Gina erano italiani quindi venivamo in Italia abbastanza spesso”. La scelta della Valchiavenna è legata al desiderio di vivere in montagna. “Conoscevamo la zona grazie a diverse vacanze trascorse qui ad arrampicare. Questa zona è bellissima e per chi ama le montagne è un vero paradiso. C’è sempre qualcosa da fare”.
Il bouldering è un tipo di arrampicata in cui si scala per sequenze di “passaggi” su massi, senza una corda e con un materassino per terra per attutire le cadute. “È uno sport molto divertente, che tende ad essere più socializzante dell’arrampicata sulle pareti, perché spesso si va con un gruppo di amici e tutti provano lo stesso problema, insieme, e come si dice in Irlanda, tutto intorno c’è tanto “ craic” e “banter” (divertimento e scherzi). Di solito si arrampica piuttosto vicino al suolo, si tende ad affrontare i punti più difficili e tecnici. Così è anche un bel modo per migliorare il proprio stile e la tecnica di arrampicata”.
È Gina a raccontare i primi passi in parete: “Abbiamo tutt’e due iniziato circa 12 anni fa ad arrampicare su pareti e in montagna, prima di passare al bouldering. Jeff è stato il primo a praticare bouldering a Boone, North Carolina, in una zona spettacolare. Io ho iniziato un po’ per caso quando ero in vacanza nel sud della Francia per arrampicare con amici. Eravamo lì per scalare delle vie in montagna, però dopo qualche settimana il meteo divenne molto brutto e così, abbiamo deciso di andare per la prima volta in un posto famoso vicino a Parigi per provare il bouldering, solo perché lì non pioveva. Ci siamo divertiti tantissimo, e poi quando siamo tornati in Irlanda abbiamo scoperto che ci sono tanti posti belli per farlo anche nel mio Paese”.
I luoghi preferiti dai “sassisti” sono senza dubbio quelli di Prestone e Cimaganda, in Valle Spluga, sul confine tra i comuni di Campodoclino e San Giacomo Filippo. “Sono luoghi bellissimi per il bouldering. I massi si trovano in una valle spettacolare, circondati dal verde accanto al fiume. La roccia è di ottima qualità, con tantissimi passaggi interessanti e divertenti. C’è tanta varietà, con arrampicate facili (grado 4) e altre molto impegnative (grado 8). La quota di circa 1000 metri e l’esposizione favorevole, permettono di arrampicare anche durante i mesi più caldi d’estate, di solito con un bel venticello fresco”.Con il bouldering è sufficiente che la gente frequenti una zona per tenere i massi puliti e anche per sviluppare dei nuovi passaggi. “C’è un certo tipo di comunità di scalatori/sassisti che viene spesso qui. Se ci fosse troppa gente, potrebbe distruggere l’ambiente e la tranquillità della zona, quindi come con ogni sport in montagna c’è un equilibrio piuttosto delicato che va mantenuto e protetto”.
Le foto che Gina e Jeffrey hanno scattato durante le loro uscite e che noi abbiamo pubblicato a corredo di questo articolo, raccontano molto la poesia che circonda questo sport. È anche merito loro se i luoghi sperduti e dimenticati, vengono valorizzati con il giusto spitiro e rispetto.
Testo a cura di GIANLUCA DE FLORIO
foto di MICHELE IOSI
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a cura di Paolo Rotticci
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Nato a Chiavenna e cresciuto nel borgo di Mese, Paolo Rotticci ha sempre nutrito una ...
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Relativamente agli aiuti di Stato e aiuti de Minimis, si rimanda a quanto contenuto nel
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