Uno splendido reportage racconta l’esperienza di un trio di ciclisti, alla scoperta dei panorami più significativi della vallata.
Foto di Paolo Penni Martelli e Roberto Moiola
Il cicloturismo sta vivendo un momento di grande favore. Tutto il settore offre l´occasione agli operatori di puntare in modo deciso su questo successo, foriero di importanti opportunità di sviluppo. Non a caso i percorsi ciclabili lontani dalle strade asfaltate sono diventati ricercatissimi in tutta la Valchiavenna e la Valle Spluga, richiamando appassionati non solo per quel che attiene il settore corsa, mtb ed e-bike, ma anche per l’ampia schiera di appassionati dell’universo gravel, che apprezzano le strade bianche a quelle asfaltate.
Ed è proprio sull’onda di questo mood che nei mesi scorsi due importanti esponenti del settore - Giacomo Pellizzari e il fotografo Paolo Penni Martelli - hanno realizzato un bellissimo reportage in Valle Spluga per una guida tecnica dedicata ai tracciati gravel più belli d’Italia. Accompagnati da Giulia Guanella del Consorzio Turistico, il trio ha messo in agenda un itinerario muscolare in Valle Spluga, tosto e interessante. Partenza da Chiavenna (333 m) seguendo i chilometri della Statale 36 che portano fino a Madesimo (1.555 m). Da qui, le tre gravel hanno inforcato la strada comunale che conduce all’Alpe Motta (1.727 m), già arrivo di tappa del Giro d’Italia 2021. E fin qui la parte facile. Da Motta, le gravel hanno cominciato a esprimersi al meglio sulla via a fondo naturale che porta alla grande statua della Madonna d´Europa (2.000 m).
La vista che si apre ai ciclisti una volta raggiunta questa vetta è di quelle destinate a rimanere impresse nella memoria. A sud lo scenario si apre verso la Valchiavenna coronata dalle vette delle Alpi Retiche; a nord lo sguardo si infrange sulle cime di granito che segnano il confine con la Svizzera. Rientrati a Madesimo (le alternative sono via Motta o passando dal Rifugio Larici), la comitiva ha ripreso a scalare su strade bianche, affrontando la dorsale degli Andossi, che divide Madesimo dalla piana di Montespluga. Superati i pascoli degliAndossi, le biciclette hanno raggiunto lo sbarramento del lago artificiale, per tornare quindi sulla strada asfaltata e fare ingresso al nucleo di Montespluga (1.901 m).Le ultime energie sono andate per percorrere tre chilometri di strada che separano l’abitato dal Passo dello Spluga (2.114 m), degna conclusione di una giornata fantastica.